Un Giacobino alla Corte di Svezia
Lu.C Royal Inside
Il fascino che le vicende private delle case reali europee – tra attentati, profughi… insomma tragedie quotidiane qui, tra di noi – ci attrae ancora oggi dovrebbe stupirci... Invece i matrimoni, le incoronazioni con tanto di carrozze e cavalli, corone su cuscini rossi e scudieri, parate in alta uniforme e aggraziati saluti dai balconi continuano a suscitare un interesse che non mostra segni di cedimento. Potremmo dire che in tutti questi magnifici scenari riaffiorano favole che anche i bambini di oggi ormai super tecnologici continuano, sotto varie forme modernizzate, ad ascoltare, leggere e guardare su ogni tipo di device.
Dietro ogni ballo a Buckingham Palace sullo sfondo appare l'immagine di Cenerentola che vediamo arrivare nella zucca trasformata dalla fata in magnifica carrozza e fuggire a mezzanotte abbandonando la scarpetta di cristallo. Così la rivalità tra regali suocere o matrigne e nuore o figliastre ci fa pensare a Biancaneve "la più bella del reame" andata sposa al principe che la libera dopo in lungo sonno dal sortilegio della mela avvelenata. Anche per questo forse il fascino della regalità, collegato all'idea di stabilità e di legalità al di sopra della politica e dell'interesse di parte, sopravvive soprattutto in alcuni dei Paesi più socialmente avanzati che sono tuttora rappresentati dai discendenti di antiche dinastie.
Jean Baptiste Bernadotte (1763 - 1844)
Ad esempio, nell'estremo Nord l'origine della dinastia svedese Bernadotte, tuttora regnante, può richiamare, nella figura del suo capostipite, una storia particolarmente curiosa , quasi una favola: nel 1810 Jean Baptiste Bernadotte (1763 - 1844), nominato Maresciallo di Francia da Napoleone, sale al trono di Svezia. Un destino davvero incredibile: un giovane della provincia francese senza patenti di nobiltà si arruola a soli 17 anni come semplice soldato nell'esercito e, attraversando le burrascose vicende della rivoluzione, diviene un focoso giacobino al punto – narra la leggenda – di essersi fatto tatuare sul petto il motto "Morte al re"! Dopo aver combattuto in tutte le campagne napoleoniche, per il suo coraggio viene nominato generale e poi, grazie alla sua abilità politica, diventa governatore delle province anseatiche dove dà ottima prova come amministratore. Infine accetta – entrato in conflitto con Napoleone – la proposta da parte della Svezia del titolo di principe ereditario in assenza di diretti discendenti del re Carlo XIII.
Monogramma Reale di Carlo Giovanni XIV
Alla morte di quest'ultimo (1818) fu proclamato re di Svezia e di Norvegia e prese il nome di Carlo Giovanni XIV. Nonostante la profezia-augurio negativa di Napoleone, conservò tranquillamente il trono per 25 anni e lo trasmise al figlio Oscar. Il suo fu un regno di prosperità e di pace che risollevò il Paese da una decadenza che pareva inarrestabile. Gli svedesi dimostrarono al nuovo re attaccamento e riconoscenza per la ritrovata stabilità economica e lo sviluppo dell'industria, della marina e dei lavori pubblici.
![]() |
![]() |
Oscar ! di Svezia, figlio di Carlo Giovanni e lo Scudo della casa Reale di Bernadotte
Tuttavia Bernadotte rimase profondamente legato al ricordo della gloriosa "Grande Armée" se è vero che al ritorno in Francia delle spoglie di Napoleone da Sant'Elena disse "Fui un giorno Maresciallo di Francia e ora sono solo re di Svezia". Il ricordo e la devozione dei suoi sudditi verso colui che fu soprannominato dai suoi commilitoni a causa del fisico prestante e della sua eleganza il "sergent belle-jambe" è ancora presente ai giorni nostri: nel 2010 la principessa ereditaria Vittoria di Svezia si è recata a Pau, città natale di Jean Baptiste Bernadotte, 200 anni dopo la sua nomina a principe ereditario di Svezia per rendere omaggio al suo avo, il soldato divenuto re.
La Principessa Estelle di Svezia, mentre sotto lo Stemma Reale della Svezia