Stile Luigi XVI
Lu.C Style
Lo stile Luigi XVI (1754-1793) – come avviene spesso nel campo del gusto e della moda – non corrisponde in modo preciso alla durata del regno di questo sovrano, ultimo “Luigi” ad aver vissuto nella reggia di Versailles. Il suo regno, tragicamente finito con la Rivoluzione francese e con la sua decapitazione insieme con quella della regina Maria Antonietta, fu più breve del lungo arco di tempo in cui fiorì e fu universalmente apprezzato lo “stile Luigi XVI”.
Troviamo già l'inizio della trasformazione dallo stile rocaille o rococò che caratterizza lo stile “Luigi XV” allo lo stile neoclassico più sobrio ed essenziale “Luigi XVI” intorno agli anni sessanta del XVII secolo, quando ancora regnava il suo predecessore. Questi primi cenni di cambiamento appaiono al seguito delle scoperte di importanti reperti di epoca romana e greca rinvenuti durante gli scavi di Ercolano e Pompei (1738/1748). Alcuni anni dopo inizia a diffondersi l'interesse e il gusto per il modello classico il cosiddetto “gout à la grèque”: per esempio si trova nell'inventario del testamento di Madame de Pompadour (1721-1764) – la celebre, colta e raffinata favorita di Luigi XV – la citazione di una “commode à la grèque”. Lentamente gli eccessi e le bizzarrie del rococò si trasformano nelle linee austere e nell'ornato geometrico di derivazione greca, romana ma anche etrusca ed egizia. E' però solo nel decennio '70/'80 che lo stile Luigi XVI si impone definitivamente: ne troviamo un compendio perfetto nel Chateau de Bagatelle realizzato nel 1777 per il Conte d'Artois, fratello minore del re e cognato oltre che compagno di follie e divertimenti della giovane regina Maria Antonietta. Proprio per farne un padiglione per le feste e i giochi quello che fu precedentemente un casino di caccia situato nel Bois de Boulogne e da tempo abbandonato, il Conte d'Artois – futuro re Carlo X e ultimo della discendenza diretta dei Borbone Francia – accettò di scommettere con la regina che sarebbe riuscito a ricostruirlo e arredarlo in 100 giorni.
Il giovane principe vinse la scommessa, l'opera fu terminata in 64 giorni e la regina pagò la posta di 100.000 "livres " Non fu cosa da poco: vennero impiegati 900 operai che lavorarono giorno e notte con un costo totale tra confische di terreni, costruzione, decorazione, arredamento e creazione di orangerie e giardini, di circa tre milioni di livres. Non per nulla il castello fu chiamato "la folie d'Artois". Una follia lo fu certamente, una follia che ci ha lasciato una testimonianza quasi perfetta dello stile Luigi XVI in tutti i suoi aspetti: secondo lo storico Jean-Jacques Gautier "un ritorno all'antico, che dovette essere all'epoca tra le più rappresentative di questo gusto".
L'arredamento originale, di cui abbiamo notizia da documenti dell'epoca, nel corso dei secoli è andato disperso ma alcuni importanti pezzi sono ricomparsi nelle vendite di grandi aste o accolti nei musei. Per esempio una serie di 6 sedie firmate Geoge Jacob messe all'asta nel 2000 sono documentate da una bolla di consegna al Conte d'Artois "pour son pied à terre champetre" come pure otto "marquises" sempre di Jacob per il salone centrale e un "fauteuil de roi".
Anche i giardini di Bagatelle risentono della nuova moda ispirata all'antichità classica: abbelliti con vasi e statue, soprattutto copie di opere celebri fatte realizzare per il Conte d'Artois in Italia con marmo di Carrara. Si aggiunsero poi, sempre a ornamento del cortile d'onore del padiglione appena costruito, un obelisco poggiato su quattro tartarughe, teste di Medusa in piombo e altre sculture.
Vediamo qui già profilarsi quello che diventerà dopo la Rivoluzione lo stile Direttorio e poi Impero. Ma restiamo allo stile Luigi XVI e vediamo alcuni degli elementi che maggiormente lo caratterizzano.
— Uso di legni chiari, rovere e ciliegio spesso laccati
— Marmi chiari
— Colori bianco e azzurro alternati con sottolineature color oro
— Tappezzerie per sedie e poltrone di seta a righe
— Schienale delle sedie a forma di medaglione o lira
— Ornamenti geometrici
— Simmetria perfetta nelle decorazioni
— Intarsi in bronzo dorato
— Tavoli, consolles e commode dalle gambe sottili a sezione quadrata e piedi a cono
— Sedie e poltrone a linee rette con gambe dalle scanalature verticali con piedi a piramide
— Letti a baldacchino con montanti a forma di colonne sormontate da pigne o pomi in bronzo
dorato
Si può concludere ricordando che lo stile Luigi XVI consegnò alle generazioni future oggetti considerati tra i più belli della storia del mobile, apparentemente semplici ma dall'eleganza preziosa e ricercata.
Con la decapitazione di Luigi XVI e di Maria Antonietta lo splendore della Reggia di Versailles e del suo mondo si arresta e l'evoluzione dello stile francese si svilupperà poi in altri luoghi, un esempio può essere il "Palais des Tuileries", la sede dei capi di Stato col Direttorio prima e con Napoleone poi.