Lo stile vittoriano e il Gentleman
Lu.C Inside
Duecento anni fa (1819) nasceva a Londra in Kensington Palace la principessa Victoria nipote ed erede del re Giorgio III. A 18 anni sarà incoronata Regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda e nel 1876 Imperatrice d'India. Il suo lunghissimo regno, morirà nel 1901, superato in longevità solo dalla regina Elisabetta II attualmente regnante, ha improntato un periodo storico che prende il nome di "vittoriano" caratterizzando lo stile inglese dell'epoca nei suoi molteplici aspetti.
L'architettura detta del “rinnovamento gotico” si manifesta nella costruzione in stile medievale del Palazzo di Westminster, l'arredamento tipico, lussuoso ma pratico e confortevole, utilizza per i mobili materiali quali mogano, rovere, palissandro, per le decorazioni velluto, pizzo e accessori in ottone, carte da parati dipinte, caminetti di marmo ricchi di decorazioni.
La moda e lo stile di vita attentissimo alla rispettabilità con i suoi riti, dal tè pomeridiano accompagnato da scones e muffins alla pratica del giardinaggio divenuta molto popolare con l'ascesa delle classi medie e il proliferare delle case di campagna.
Ma tra i vari aspetti che caratterizzano l'epoca vittoriana, forse la figura che incarna l'ideale dell'epoca così ben rappresentata dai protagonisti dei romanzi di Dickens, di Thackeray e di Trollope, è il gentleman, il gentiluomo perfetto in tutto, formato nelle celebri istituzioni scolastiche e accademie militari come Eton, Sandhurst Oxford e Cambridge, schivo e riservato, consapevole del proprio profondo senso del dovere, del patriottismo e dello spirito di sacrificio. Il gentleman è sicuro di sé, ma non è mai arrogante né presuntuoso, rispetta il prossimo e le istituzioni, rifugge dalla volgarità, non si lamenta, non gesticola e non alza la voce. Certamente questo è il ritratto del gentiluomo frutto di una educazione elitaria che va dalla scrupolosa e quasi maniacale cura della perfezione dell'accento che contraddistingue la “upper class” fino alla concessione ben dosata a qualche eccentricità consentita al vero gentleman.
Tuttora si può dire che gran parte del fascino esercitato dai principi inglesi derivi proprio dal loro impersonare la figura del “gentiluomo” educato e coraggioso, spontaneo e naturale, né pomposo né altezzoso, che sa dovunque trovarsi a proprio agio.
Non bisogna tuttavia dimenticare che la divisione delle classi sociali era al tempo di Vittoria, e forse lo è ancora, rigidissima, tanto che la stessa regina Vittoria scrive: “La divisione tra le classi è assai perniciosa, biasimevole ed estranea alle leggi della Natura, e la Regina si impegna senza posa per rettificarla”. Certamente questo nobile principio non si applicava alla sua reale presenza. Vittoria non permetteva a nessuno di incontrarla né tantomeno di rivolgerle la parola durante le sue passeggiate e nei vasti corridoi di Buckingham Palace procedeva "smaterializzando" chiunque incontrasse, i domestici non avevano il permesso di guardarla in faccia. Si racconta che in un'occasione il Cancelliere dello Scacchiere, Sir William Harcourt, si ritrovò in mezzo a un campo nella tenuta di Osborne House durante la passeggiata della Regina, dove l'unico nascondiglio possibile era offerto da un cespuglio nano. Il Cancelliere alto un metro e novanta e assai robusto poté celarsi alla vista della Sovrana solo in modo simbolico. Sua Maestà finse di non vederlo, ma non vedere le persone era una delle sue specialità.