Storia della Colomba Pasquale
Lu.C Story
Come il Panettone anche la Colomba è un dolce diffuso in molti paesi del mondo: ambedue di origine italiana, anzi, più precisamente, di origine lombarda.
Fu Dino Villani (1898-1989) critico d'arte e pittore, nel 1934 direttore pubblicitario dell'azienda dolciaria milanese Motta, a inventare questo nuovo dolce primaverile, la Colomba, allo scopo di utilizzare gli stessi macchinari che producono il Panettone per un più lungo arco temporale, in modo da non interrompere l'attività produttiva alla fine della stagione natalizia. Questo nuovo dolce destinato ad avere grande successo e diffusione è la “Colomba pasquale” che ricorda nell'impasto e negli ingredienti il più famoso panettone, ma con alcune differenze:
una pasta lievitata composta da farina, uova, burro, zucchero, uvetta, scorza di arancia candita e ricoperta da una glassa con zucchero di canna e mandorle.
La colomba La Perla di Torino
Per fornire un'aura di antica nobiltà e di mistero all'origine della colomba pasquale gli storici hanno ricercato nell'alto Medioevo longobardo un possibile riferimento, più leggendario che storico, alla nascita di questo squisito dolce. Le leggende più accreditate sono soprattutto due, ed entrambe risalgono ai tempi del Regno longobardo.
La prima racconta che la città di Pavia, allora governata dal lontano regno di Bisanzio, fu assediata per tre anni dai longobardi di re Alboino. I cittadini pavesi costretti infine nel 572 ad aprire le porte della città riuscirono ad evitare il saccheggio offrendo in segno di pace dei dolci a forma di colomba. Sembra difficile pensare che i feroci barbari siano stati tanto commossi dal dono di un dolce: che sia stato accompagnano da un cospicuo riscatto di colombe d'oro?
Conquistata Pavia, i Longobardi ne fanno la capitale del loro nuovo regno. Qui alcuni decenni più tardi si verificò un miracolo che è all'origine della seconda leggenda.
La Regina Teodolinda
Nell'anno 610 mentre regnava insieme con il marito Agilulfo la bella e devota regina Teodolinda (570-627) si trovò a passare per Pavia un monaco irlandese, San Colombano (540-615) nel corso di uno dei suoi viaggi intrapresi attraverso l'Europa per evangelizzare le popolazioni barbariche da poco penetrate nei territori del caduto impero romano.
La regina Teodolinda – la cui bellezza e devozione è testimoniata dal ciclo pittorico degli Zavattari “Storie della regina Teodolinda” (1444) nel Duomo di Monza – località molto amata dalla regina al punto di farne la residenza estiva della Corte longobarda – decide di offrire al monaco Colombano, già considerato santo, e ai suoi confratelli un grande banchetto a base di cacciagione accompagnata da ricche libagioni.
San Colombano
San Colombano rifiutò le succulente pietanze poiché si era in periodo di quaresima, ma, per non offendere il re e la regina, benedisse quelle vivande che subito si trasformarono in candide colombe di pane dolce. Entrambe le leggende hanno in comune il sentimento della pace e della fratellanza simboleggiato dalla colomba pasquale che, insieme con l'uovo, simbolo della Resurrezione, ci accompagnerà nelle prossime feste.
Negli anni il dolce tradizionale si è arricchito di molte varianti e la pasticceria La Perla di Torino ce ne propone una scelta golosa, di moda nel 2021 la versione Pistacchi del famoso dolce.