Non solo il Pranzo
Lu.C Story
Il pranzo e la cena sono da secoli i pasti principali consumati nel mondo occidentale durante l'arco della giornata più o meno rispettivamente intorno a mezzogiorno e dopo il tramonto.
In tempi che possiamo definire più vicini a noi si sono aggiunte e consolidate altre occasioni e altri orari in cui consumare cibi e bevande. Queste degustazioni extra pasto sono state introdotte nel nostro emisfero quasi esclusivamente dalla tradizione britannica. Pensiamo al breakfast o al brunch ma il più famoso e tradizionale di questi intermezzi tra un pasto e l'altro è sicuramente il five o'clock tea. Il tè delle cinque è tuttora fortemente radicato nei paesi anglosassoni e relative ex colonie, rigidamente codificato secondo i canoni stabiliti dalla duchessa Anna di Bedford, dama di Corte e amica personale della regina Vittoria intorno alla metà dell'Ottocento, così come l'accompagnamento dei tramezzini al cetriolo- ovviamente salati, oltre a vari tipi di torte e pasticcini.
La tradizione squisitamente inglese del tè pomeridiano è infatti caratterizzata dall'immancabile presenza dei tramezzini al cetriolo, i "cucumber sandwiches", amatissimi, pare, dalla regina Elisabetta: sul suo elegante tavolo da tè non mancano mai !
Il tè delle cinque, oltre a essere una gradita interruzione del digiuno tra pranzo e cena è o forse, era, un'occasione conviviale che riuniva gruppi di famigliari, amici e amiche per delle amabili chiacchierate in totale relax.
Nel mondo contemporaneo e soprattutto nell'Europa continentale questa tradizione così "british" è ormai ben poco praticata. Il fuori pasto e occasione conviviale per eccellenza diffuso sotto tutte le latitudini è diventato l' italiano aperitivo. Sì, proprio italiano, anzi addirittura arrivato anche nel nome dall'epoca della Roma imperiale. "Aperitvo" termine di derivazione latina significa ciò che apre, che prepara al pranzo o, meglio ancora, alla cena.
La bevanda dell'epoca romana era costituita da un vino dolce addizionato di erbe e spezie destinate a stimolare l'appetito e servito prima del banchetto.
Non sappiamo se sulla base di questo suggerimento sia nato in Italia, a Torino, il vermouth creato nel 1786 da Antonio Carpano che nella sua distilleria, proprio come gli antichi romani, sviluppa una formula che unisce il vino moscato con zafferano, assenzio e altre erbe aromatiche inventando così una bevanda tuttora molto usata sia singolarmente sia miscelata come ingrediente di famosi cocktail quale il celebre e addirittura centenario Negroni e il forse ancor più celebre Dry Martini di 007, sempre ordinato da un impeccabile James Bond con la frase cult "Shaken, not stirred". Il made in Italy ancora una volta si ritrova in un brand - Carpano dal 2001 appartiene alla Fratelli Branca Distillerie- che ha raggiunto una diffusione enorme soprattutto negli Stati Uniti, famoso, tra gli altri il Daiquiri bevuto in grande abbondanza da Ernest Hemingway, ma anche il Manhattan sempre a base di vermouth e ancora il Dry Martini - come dimenticare l'affascinante George Clooney che pronuncia in una fortunata pubblicità "No Martini, no party"?
Il rito codificato dell'aperitivo- italiano dunque, anche se non tutti lo sanno- continua a riempire i locali alla moda, i bar ma anche le vie e le piazze della "movida" internazionale.