Icon Michelle
Lu.C Michelle Obama Inside
Photographed by Annie Leibovitz
"Mio padre Fraser mi ha insegnato a lavorare sodo, ridere spesso e mantenere la parola data. Mia madre Marian, mi ha insegnato come pensare con la mia testa e far sentire la mia voce. Insieme nel piccolo appartamento nel South Side di Chicago, mi hanno aiutata a conoscere il valore della nostra storia, della mia storia, all'interno di quella più grande, del nostro Paese".
Con queste parole inizia "Becoming – la mia storia" (Garzanti Editore 2018), l'autobiografia di Michelle Robinson, donna che meglio di ogni altra può rappresentare l'immagine dell' “American dream”, non tanto per essere diventata First Lady degli Stati Uniti per due mandati presidenziali, occasione questa dovuta al caso e alla fortuna di avere incontrato nel grande studio di avvocati a Chicago dove lavorava come avvocato di affari, e qui conosciuto e sposato Barack Obama, ma per il modo con cui è riuscita con coraggio e determinazione a superare tutte le difficoltà che una bambina nata e cresciuta nel South Side – uno dei quartieri più disagiati di Chicago a maggioranza di popolazione nera – ha incontrato fino ad arrivare alle grandi e esclusive scuole di giurisprudenza di Princeton e Yale.
Non è certo nostro compito il raccontare il modo e la forza con cui ha usato la sua voce e la sua influenza per difendere alti ideali, per promuovere l'istruzione e la parità delle donne, esprimendo il disagio in cui lei stessa si è trovata ad essere l'unica donna nera nelle aule a Princeton, spesso l'unica donna. “Sono stata una studentessa nera della working class in un celebre college frequentato in prevalenza da bianchi… spesso l'unica donna e l'unica persona afroamericana presente nella stanza, in molte stanze diverse”.
Va qui anche ricordata, oltre alla lotta per l'affermazione delle donne, anche la sua battaglia contro l'obesità soprattutto infantile e il forte suggerimento ad adottare una dieta sana piantando un orto nella Casa Bianca a titolo di esempio e di esortazione.
Il suo libro ci fa anche vivere lo stupore e l'ansia del passaggio dal South Side di Chicago alla grandezza della Casa Bianca, alle visite di Stato, ai balli ufficiali, agli incontri con reali – famosa è rimasta la sua visita a Buckingham Palace – e Capi di Stato. In tutte queste occasioni formali la sua bellezza e il suo fisico statuario sono stati esaltati dai magnifici abiti da sera creati per lei da importanti stilisti e indossati con grazia e portamento regale, In genere gli abiti usati in situazioni non ufficiali sono stati tutti comprati, spesso in discount: quelli per i dinner, i viaggi e gli incontri di Stato, sono stati donati a Michelle in 8 anni dagli stilisti e poi rimasti negli archivi della Casa Bianca.
Altrettanto sorprendente e descritta con tutta naturalezza è stato il ritorno alla vita privata, dopo otto anni vissuti con la presenza continua della scorta dentro e fuori dalla Casa Bianca, osservata, apprezzata ma anche spesso criticata dai media di tutto il mondo che non sempre hanno approvato la sua determinazione nella difesa dei diritti delle donne, sia nel suo Paese, sia in quelli in cui le bambine avevano e hanno meno accesso all'istruzione e alle possibilità di ottenere una autonomia economica. Quindi non solo una First Lady, icona di stile, bella e decorativa ma una autentica icona di tenacia e coraggio unite a grazia e determinazione.